Una delle nuove aule 3.0 del Liceo Falcone-Borsellino di Arese, provincia di Milano, con tre-quattro ragazzi per banco,dove gli studenti si interfacciano in gruppi, su più “isole” di apprendimento, in un logica di lavoro in team.

Sono oltre 250.000 in Italia gli allievi e i docenti per i quali studio e insegnamento digitale sono già una realtà, nel senso che fanno Rete, s’incontrano e confrontano su banchi di scuola virtuali, portano avanti la formazione e l’arricchimento culturale grazie al web. Questa nuova “frontiera” della scuola al passo con le tecnologie è iniziata ormai da qualche anno, ma da poche settimane ha una data specifica di riferimento: il 23 novembre 2015. È da quel giorno, infatti, che i dirigenti scolastici sono tenuti a indicare per il proprio istituto un “animatore digitale”, così come annunciato dal MIUR, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Un esempio concreto di quella che si potrebbe chiamare la nuova “scuola online” è stato presentato all’ultimo Italian Digital Day che si è svolto nella cornice barocca della Reggia di Venaria, vicino a Torino, con la presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi: la piattaforma bSmart.it, una sorta di “hub” attraverso il quale transitano contenuti e servizi digitali che sono appunto utilizzati già da 250.000 tra insegnanti e studenti nel nostro Paese.

Grazie a bsmart.it è possibile accedere gratuitamente a una ricca proposta di contenuti multimediali, libri digitali, strumenti di lavoro per insegnare, per apprendere e per valorizzare la didattica (nell’area insegnanti) o l’apprendimento (nell’area studenti). Questa piattaforma è modulare: i libri di testo sono consultabili ovunque tramite l’app My bSmart, scaricabili nella libreria personale, su computer e tablet. È possibile scegliere se fare il download di un’opera integrale oppure parziale, selezionando i capitoli di interesse. In questo modo le esperienze di insegnamento e di studio possono essere personalizzate: il libro diventa un ambiente di lavoro aperto alle esperienze, alle novità, all’integrazione socio-culturale, e alle informazioni che si trovano all’interno e all’esterno della scuola. Tutto ciò che viene prodotto (a casa, a scuola, individualmente o in gruppi di lavoro) può essere aggiunto al libro, che viene “scritto” e arricchito dagli stessi studenti e docenti. È possibile inoltre aggiungere sulle pagine un collegamento a fonti di informazione qualificate: un’immagine, una galleria di fotografie, un video, ma anche creare un “link” con la pagina web di un quotidiano, di un museo, di un teatro.

Evoluzioni rapide, anzi rapidissime, come la tecnologia digitale e dei “social” che si muove intorno a noi (ricordiamoci che soltanto vent’anni fa l’uso dell’e-mail era ancora agli inizi), e che sono destinate a cambiare il mondo della scuola, e i meccanismi di erogazione e fruizione delle nozioni, in modo altrettanto veloce e, per certi versi, sbalorditivo. Prendiamo una situazione che è nell’immaginario di tutti noi, per averla vissuta in prima persona: la classica lezione “frontale”, con l’insegnante in cattedra davanti ai banchi tutti in fila e ordinati. Bene: tra meno di dieci anni, il tempo che è passato dalla nascita degli smartphone a oggi (il primo iPhone è del 2007) potrebbe essere solo un ricordo. Per capire quanto è già avanti questa transizione siamo andati al Liceo Falcone-Borsellino di Arese, scientifico e linguistico, una delle scuole secondarie di II grado più “performanti” in Italia per i risultati alla Maturità: lo scorso anno soltanto in questo Liceo si sono diplomati con 100 o 100 e lode 16 studenti. Nelle altre sette scuole di II grado del circondario in tutto i diplomati eccellenti sono stati 15.
Sono 150 i banchi di nuova concezione, per sei classi, arrivati al Liceo Falcone-Borsellino di Arese, per un investimento complessivo di 24 mila euro, pagati interamente dalla scuola.
Sono 150 i banchi di nuova concezione, per sei classi, arrivati al Liceo Falcone-Borsellino di Arese, per un investimento complessivo di 24 mila euro, pagati interamente dalla scuola.

Al Liceo Falcone-Borsellino la classe collegata a Internet, che diventa una sorta di “agorà digitale”, è in parte già realtà. «Sono appena arrivati 150 banchi di nuova concezione per 6 classi», spiega il preside Marcello Bettoni, «grazie a un investimento di 24 mila euro pagato interamente dalla scuola. Si tratta di banchi pensati per un’aula 3.0, grazie ai quali gli studenti si interfacciano in gruppi, su più “isole” di apprendimento, lavorano uno davanti all’altro, anche tre-quattro ragazzi per banco, in un logica dove prevale il senso del team, della squadra, e dove l’insegnante “scende dalla cattedra” e diventa il coordinatore dei vari team, in un lavoro socio-collaborativo mediante i più moderni strumenti». Qualcuno potrebbe pensare: ma così in un compito in classe di matematica è troppo facile copiare… «No, non accade, perché ci sono ancora aule tradizionali per queste attività istituzionali di verifica», precisa il dirigente scolastico, «ma anche qui abbiamo un sistema di gestione plasmato sulle nuove tecnologie: infatti, le aule tradizionali per i compiti in classe possono essere “prenotate” online dagli insegnanti attraverso il sito della scuola. In modo che l’organizzazione sia puntuale ed efficiente».

Tutto il Liceo Falcone-Borsellino, infatti, è in Rete e fa Rete. Si tratta di una scuola – come si legge su www.eduscopio.it, il portale di orientamento sviluppato dalla Fondazione Agnelli – dopo la quale il 27,9% dei giovani sceglie facoltà tecniche, il 21% l’indirizzo economico-statistico, e il 20,3% i percorsi scientifici, con appena lo 0,3% dei ragazzi che opta per Scienze motorie. L’integrazione con il web è molto forte: ogni docente e ogni ragazzo ha un indirizzo mail della scuola (cognome.nome@liceofalcbors.it) e in questo modo la comunicazione tra studenti e docenti, e tra scuola e famiglia, è continuamente aggiornata in tempo reale. Tutti coloro che lavorano o studiano al Liceo scientifico-linguistico di Arese interagiscono con le Google App for education, un “eco-sistema” che permette la condivisione dei documenti e rende snelle le procedure. E tutto il data base del Liceo si regge sulle App sviluppate da Google: alcune sono quelle che possono avere tutti – Google Doc, Exel, Powerpoint – altre sono state pensate specificatamente per le scuole: per esempio, alcuni Moduli per le verifiche online, oppure GeoGebra per studiare matematica in modo tecnologicamente avanzato, oppure LucidChart per elaborare i diagrammi sul web, o ancora MindMap, che elabora mappe concettuali per studenti con specifici disturbi dell’apprendimento.

Le Google App for Education sono condivise e presenti sui 220 tablet in comodato d’uso che i ragazzi del Liceo Falcone-Borsellino hanno a disposizione: alcuni sono Samsung Android altri sono i più versatili Acer con la doppia funzione di tablet e tastiera fisica. «Anche se andiamo sempre più», aggiunge il preside Bettoni, «verso la logica del BYOD, cioè del “Bring your own device”, per cui si tenderà sempre più a lavorare, digitalmente, con lo strumento che il ragazzo porta da casa, sia che si tratti di un tablet sia di uno smartphone, perché i nuovi cellulari con dispaly intorno ai 5 pollici consentono di far girare benissimo le Google App e interagire online con la scuola e gli insegnanti. Qualche genitore potrebbe allarmarsi per un uso eccessivo degli strumenti digitali a scuola: «Non si tratta di questo», dice il dirigente scolastico: «Tutti questi strumenti vanno “cavalcati” per trarne il valore aggiunto educativo, usati per capire, per imparare, per dialogare e per crescere. Offrono opportunità di apprendimento una volta impensabli».

Certo, non tutti gli insegnanti del Liceo Falcone-Borsellino di Arese sono impegnati allo stesso modo in questa “rivoluzione” digitale. Alcuni prediligono ancora una schema di insegnamento tradizionale, ma tutti hanno una progressiva tensione verso le nuove tecnologie. Poi ci sono alcune punte “estreme”: un paio di docenti del Liceo hanno addirittura abolito i libri di testo (con un certo beneficio anche per le famiglie): si studia solo con il tablet, i testi scolastici li scrivono gli insegnanti stessi, un po’ sul filo delle dispense di alcuni professori universitari, e questi libri crescono digitalmente anche con l’apporto dello studente, che ci mette del suo, nella logica dell’iper-testo interdiciplinare, con arricchimento culturale reciproco.

E poi c’è il fiore all’occhiello dell’istituto: il Registro elettronico sviluppato dagli stessi studenti del Falcone-Borsellino, dove confluiscono le comunicazioni con la famiglia, i voti, le medie dei voti, grafici a torta con i risultati per materia. I genitori possono giustificare qui (sino alla maggiore età) le assenze, i ritardi. le malattie, i consensi per le uscite didattiche, per i viaggi sportivi, per le esigenze extracurricolari. Non solo: adesso i ragazzi del Liceo stanno lavorando a una App che permetta ai genitori di fare questo direttamente dallo smartphone, senza essere davanti a un computer. Ma la “chicca” più simpatica è il bar-tavola calda del Liceo, una novità di poche settimane: panini, toast, insalate miste, pizze col forno a legna. Ma è il suo funzionamento digitale che è curioso. I ragazzi, per esempio durante il cambio ora, possono “prenotare” attraverso lo smartphone: lo spuntino per l’intervallo entro le 9, il pranzo entro le 12. Il data base del bar raccoglie gli ordini. E quando finisce l’ultima ora, la pizza calda è servita. «Un’innovazione importante per noi», conclude il preside Bettoni, «perché allargaremo sempre più le attività pomeridiane: lezioni private, oppure corsi teatrali, o ancora lezioni di musica. E a questa tavola calda digitale possono prenotare anche i genitori, se lo desiderano. Un pranzo veloce con il proprio figlio nella pausa di lavoro? Perché no? Sono i benvenuti».

(Fonte: Famiglia Cristiana)

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